Eni Storage Systems: Brindisi alla frontiera dell’accumulo di energia

Eni Storage Systems, joint venture Eni e FIB (Seri Industrial) per batterie litio-ferro-fosfato a Brindisi

Il 24 settembre 2025 Eni e FIB, società del gruppo Seri Industrial S.P.A. hanno annunciato la nascita di Eni Storage Systems, una joint venture dedicata alle batterie litio-ferro-fosfato (LFP) per applicazioni stazionarie. L’annuncio ufficiale è disponibile qui: Comunicato stampa Eni.

Non si tratta più di un’idea astratta, la società è stata formalmente costituita. Oggi è il tempo dell’ingegneria, delle valutazioni economiche e delle autorizzazioni e domani potrebbe essere quello dei cantieri, delle linee produttive ed a seguire dei primi pacchi batteria.

Dal laboratorio all’industria

Qualche mese fa avevo raccontato come nasce una batteria LiFePO₄ (Clicca), i passaggi tecnici che trasformano polveri e materiali in celle affidabili, sicure, longeve. Quella era la dimensione del laboratorio e della gigafactory nelle varie sfaccettature. Consiglio la lettuta

Oggi, con la costituzione ufficiale della società, quel percorso sembra avere trovato un palcoscenico concreto: Brindisi. Qui le competenze chimiche e ingegneristiche italiane potrebbero incarnarsi in un polo industriale che dà forma all’energia del futuro.

Brindisi come nuovo cuore industriale

Se in passato Brindisi ha rappresentato la chimica e l’energia tradizionale, domani potrebbe diventare il luogo dove la materia si trasforma in energia accumulata. Il litio-ferro-fosfato su base acquosa, materiale stabile e sicuro, diventerebbe il cuore di celle che alimentano non veicoli o smartphone, ma intere reti elettriche. Ho scritto dell’importanza dell’accumulo qui, consiglio la lettura, clicca.

Accanto a queste celle, si apprende, prenderanno vita i BESS (Battery Energy Storage Systems), sistemi modulari che funzionano come “centrali invisibili”, assorbono energia quando è in abbondanza, la restituiscono quando la domanda cresce. E in prospettiva futura, Brindisi potrebbe anche chiudere il cerchio con il riciclo delle batterie esauste, trasformando un impianto in un ecosistema industriale capace di rigenerare ciò che produce.

Non sarà un’avventura isolata, il dialogo con Teverola, dove FIB sta sviluppando un altro sito già in produzione, potrebbe creare una vera e propria spina dorsale italiana dello storage, un asse Sud–Centro che si collega al cuore dell’Europa energetica.

L’Italia nell’arena europea

La transizione energetica ha un grande limite, l’intermittenza. Il sole tramonta, il vento si placa. È in quei momenti che lo storage diventa decisivo, trasforma energia effimera in energia disponibile.

Con Brindisi e Teverola, l’Italia sembra pronta a non essere semplice spettatrice. Potrebbe entrare nell’arena europea delle gigafactory con una tecnologia solida come il litio-ferro-fosfato, che non cerca record di densità energetica, ma punta a ciò che serve davvero per lo stoccaggio di rete: sicurezza, longevità, affidabilità.

Un simbolo oltre la fabbrica

Una batteria non è soltanto un insieme di elettrodi, catodi, anodi. È una memoria che custodisce energia, un ponte tra il tempo della produzione e quello dell’uso.

Brindisi, in questa prospettiva, non sarebbe soltanto un sito industriale, potrebbe diventare un simbolo di rinascita industriale italiana, un cuore che accumula energia per restituirla al momento giusto, battendo al ritmo della transizione. L.L.

Unisciti agli iscritti che mi seguono.

Riceverai una mail ogni volta che pubblicherò un nuovo articolo!

Non invio spam! Leggi l' Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Enable Notifications OK No thanks