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Chi ha paura delle pale eoliche? - Litti Luigi

Chi ha paura delle pale eoliche?

Quattro persone indicano con aria critica alcune pale eoliche installate su una collina verde coltivata, al tramonto

Ogni volta che si parla di energia rinnovabile e in particolare di pale eoliche, si sollevano polemiche che spesso nascono da informazioni parziali o completamente errate. Sui social si vedono foto di colline con turbine eoliche accompagnate da frasi indignate sulla “deturpazione del paesaggio”. Si accusa l’eolico di uccidere uccelli, di fare rumore, di costare troppo, di servire solo a “fare guadagnare i soliti noti”. Quasi mai, però, chi muove queste critiche si mostra altrettanto indignato davanti a una centrale termoelettrica, un camino fumante, un’autostrada che taglia un campo coltivato o un capannone industriale in mezzo agli ulivi.

Eppure è proprio da qui che bisogna partire, dal confronto. Perché è solo mettendo a confronto le tecnologie, pale eoliche, pannelli solari, centrali a gas, carbone o petrolio che possiamo davvero capire cosa conviene, cosa inquina e cosa è sostenibile. E la verità, se si accetta di ascoltarla, è meno spettacolare di certe narrazioni online, ma molto più utile.

Una turbina eolica moderna ha tre pale lunghe anche cinquanta metri o più, montate su una torre d’acciaio alta più di cento. Quando il vento soffia, le pale girano e azionano un generatore che produce energia elettrica. Le turbine più recenti sono dotate di tecnologia cosiddetta “direct drive” che non hanno ingranaggi interni, sono più silenziose e richiedono meno manutenzione. Ogni turbina può alimentare migliaia di abitazioni e quindi di famiglie, producendo energia pulita sia di giorno che di notte, in estate come in inverno.

I pannelli solari funzionano in modo diverso. Raccolgono la luce del sole e la trasformano in elettricità. Sono più piccoli, modulari, e si prestano molto bene all’installazione sui tetti, sui parcheggi, sulle pensiline. Il fotovoltaico è fondamentale, soprattutto in un Paese soleggiato come l’Italia, ma da solo non basta. Produce solo quando c’è luce e perde efficienza d’inverno. L’eolico, al contrario, può coprire anche le ore notturne e i mesi più freddi. Per questo le due fonti non sono alternative, ma complementari.

Impatti

Quando si parla di impatto ambientale, la questione si fa ancora più interessante. Costruire una turbina o un impianto solare richiede energia. Bisogna fondere acciaio, fabbricare componenti elettronici, trasportare pezzi enormi con camion speciali. Tutto vero. Ma l’energia spesa per costruirli viene recuperata in pochi mesi di funzionamento. Dopodiché, la turbina eolica continua a produrre elettricità pulita per vent’anni o più. Secondo le analisi dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, ogni chilowattora prodotto da una turbina eolica, genera tra i sei e i quindici grammi di anidride carbonica nel suo intero ciclo di vita. Il fotovoltaico, a seconda della tecnologia e del luogo di produzione, ne genera tra i venti e i sessanta di grammi. Una centrale a carbone, invece, supera abbondantemente gli ottocento grammi. Il gas naturale si ferma a quattrocento o cinquecento, ma resta comunque decine di volte più inquinante dell’eolico. Nota bene, parliamo di grammi per 1 solo kw/h prodotto, capite bene l’enorme differenza tra le varie tecnologie adesso?

Altri impatti

Non va dimenticato che l’impatto ambientale non si limita alle emissioni di CO₂. C’è anche il consumo di suolo. Una turbina eolica occupa, in modo permanente, una superficie di pochi metri quadrati: la base in cemento e la strada di servizio. Il resto del terreno, tra una torre e l’altra, può essere coltivato, pascolato, usato per attività agricole o naturali. Un campo fotovoltaico a terra, invece, copre interamente la superficie con pannelli e struttura di supporto. In quel caso, l’agricoltura si riduce, anche se in certi casi si riesce a far convivere le due cose. Una centrale termoelettrica, infine, occupa ettari di terreno, in modo esclusivo e irreversibile e comporta anche un carico ambientale locale molto più rilevante: emissioni, scarichi, trasporti, infrastrutture e cementificazione.

Rumore

Un altro argomento spesso usato contro l’eolico è quello del rumore. È vero che una turbina fa rumore. Ma la legge prevede una distanza minima dalle abitazioni di almeno quattrocento o cinquecento metri. A quella distanza, il suono percepito è paragonabile al fruscio del vento tra gli alberi. Niente a che vedere con il rumore costante e spesso trascurato delle autostrade, dei condizionatori industriali, o di una centrale termica attiva giorno e notte.

Gli uccelli

Infine, la questione più emotiva; gli uccelli. Le pale eoliche possono causare la morte di alcuni uccelli, soprattutto rapaci e pipistrelli, ma i numeri vanno letti con attenzione. Una turbina può uccidere da uno a sei uccelli all’anno, a seconda del sito. In confronto, i vetri degli edifici, il traffico stradale, le linee elettriche e la caccia legale e illegale causano ogni anno la morte di centinaia di milioni di esemplari. Chi si preoccupa sinceramente della fauna dovrebbe quindi preoccuparsi prima di tutto della cementificazione, della perdita di habitat, dei pesticidi e del traffico, non delle pale eoliche. Inoltre, molte soluzioni sono già in uso tipo radar che fermano le pale in presenza di stormi, verniciature ad alto contrasto per renderle visibili, dispositivi acustici per dissuadere gli animali.

A questo punto la domanda è inevitabile. Perché mai una persona dovrebbe indignarsi per una turbina eolica visibile a distanza, ma non per un camino industriale che emette fumi tossici tutti i giorni? Perché scandalizzarsi per tre pale in un campo coltivato, ma non per una centrale a gas che consuma acqua, produce rifiuti e dipende da combustibili fossili che dobbiamo importare? La risposta, spesso, sta solo nella percezione estetica. Alcuni vedono le pale e le trovano “brutte”. Ma non si può fare una transizione energetica basandosi sui gusti estetici. I danni del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della dipendenza energetica sono reali, concreti e misurabili. Le pale eoliche, con tutti i loro limiti, sono una delle soluzioni più efficienti e mature che abbiamo oggi. Il riciclo a fine vita, ad oggi, è ben oltre il 90% di recupero materiali, non si può dire lo stesso delle classiche centrali a combustibili fossili.

Quindi?

In conclusione, demonizzare le energie rinnovabili e l’eolico in particolare, senza conoscere i dati, significa ostacolare proprio ciò che ci può aiutare a vivere in un ambiente più sano, più indipendente e più giusto. Senza parlare di chi s-parla dell’eolico offshore. Nessuna tecnologia è perfetta, ma alcune sono infinitamente migliori di altre.
Le pale eoliche non sono il problema… Sono parte della soluzione. L.L.

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