Ci sono momenti in cui certe parole diventano più dense, più vere.
In cui quello che fino a ieri sembrava “utile” diventa improvvisamente urgente.
Viviamo uno di quei momenti.
L’attacco militare statunitense ai siti nucleari iraniani, la risposta immediata di Teheran. Il conflitto ancora aperto tra Russia e Ucraina, le tensioni internazionali che mettono sotto pressione l’Europa.
E in mezzo a tutto questo, l’energia torna al centro.
Il prezzo del petrolio risale, le forniture di gas tremano. La dipendenza elettrica dell’Italia, che importa una fetta consistente della propria energia, si fa più visibile che mai.
In questo contesto, parlare di autonomia energetica non è allarmismo. È realismo.
È responsabilità. È visione.
Un percorso che avevo già tracciato
Non è la prima volta che ne scrivo.
Nei mesi scorsi ho raccontato esperienze concrete:
- Impianti fotovoltaici classici con accumulo, capaci di fornire energia a una casa anche in totale assenza di rete. LINK
- Produzione di biometano da scarti alimentari, con sistemi semplici ma efficaci. LINK
- Domotica in modalità LAN, cioè pienamente funzionante anche senza connessione internet. LINK
- E soprattutto, l’idea delle comunità energetiche, piccoli sistemi locali in cui l’energia si produce, si usa e si condivide tra cittadini. LINK
Oggi tutto questo, testato, studiato, vissuto, non è più solo un’opzione sostenibile.
È diventato un’opzione sensata, pragmatica, attuale.
Non si tratta di sopravvivere ma di vivere meglio.
Non serve immaginare scenari apocalittici per capire che affidare il 100% della nostra energia a una rete unica, centralizzata e dipendente da altri Paesi… non è più una garanzia.
Con un impianto fotovoltaico ben dimensionato e un sistema di accumulo stand-alone, oggi è possibile alimentare una casa anche in caso di interruzione prolungata.
Con un digestore domestico, si può coprire parte del fabbisogno per cucinare o scaldarsi, senza sprecare nulla.
Con una rete domotica che funziona localmente, si resta autonomi nella gestione della casa, anche se cade la linea.
E con una comunità energetica si uniscono le forze, ci si protegge insieme.
Parlarne ora è più importante che mai
Lo dico senza retorica:
è oggi, proprio oggi, che queste scelte vanno rimesse al centro.
Non quando tutto sarà compromesso, ma adesso che possiamo ancora decidere.
Perché in tempi incerti, chi costruisce resilienza vince in ogni scenario.
E se domani…
Se domani tutto si calmerà, e lo speriamo con forza,
avremo comunque fatto qualcosa di straordinario.
Avremo creato sistemi più indipendenti, più puliti, più giusti.
Ci saremo sottratti alla logica della dipendenza, senza chiuderci, ma rafforzando la nostra capacità di agire, scegliere, condividere.
Non per prepararci al peggio.
Ma per preparare qualcosa di meglio. L.L.